Lunghezza

24,5km

Ascesa

380m

Discesa

380m

Quota Massima

385m

Percorrenza

7h

Difficoltà

Facile

Percorribilità

Piedi, Bici/MTB

Itinerario


1

Sesto Calende

2

Fiume Ticino

3

Lagoni di Mercurago

4

Arona

5

Colosso di San Carlo Borromeo

6

Meina


Fondo


Asfalto


Sterrato


Sentiero

Questa tappa del Cammino ci porta subito dalla sponda lombarda del Verbano, con Sesto Calende, a quella piemontese, con Castelletto Sopra Ticino, attraversando appunto il fiume Ticino, che qui lascia le acque del lago per proseguire verso Sud, mentre il nostro viaggio compie un’ampia curva e si rivolge a Nord.
La partenza della tappa è in zona fortemente urbanizzata e ci costringe a prestare molta attenzione, perché non è sempre presente una sede pedonale protetta. Per fortuna il passaggio spettacolare sul Punt da Feer (il ponte di ferro) è in sicurezza e ci permette di ammirare con calma il panorama attorno a noi.
Una volta dall’altra parte, mancano solo 500 metri per lasciare la zona più urbanizzata e trovare un po’ più di tranquillità. Si procede per circa 2 km su asfalto, ma tra campi e piccole aree residenziali, poi troviamo i primi tratti di sterrato. Affrontiamo ancora un rettilineo asfaltato lungo via Dei Mulini, parallela alla statale, e poi ci allontaniamo nuovamente dal traffico lungo via Glisente, che ci accompagna in un’area boscata. Ritroviamo lo sterrato, superiamo la ferrovia e procediamo per 1,5 km nel verde. Sbuchiamo sulla strada all’altezza di un incrocio con la SP30; il tempo che basta per attraversare e siamo di nuovo nel bosco, ormai all’ingresso del parco naturale dei Lagoni di Mercurago. Seguiamo la cartellonistica del parco, prima lungo la Stra nova dal Pinin attraverso l’area boscata, poi lungo la Stra d’la Buscarola che costeggia gli ampi prati e ci fa raggiungere lo splendido Lagone; e infine lungo la Stra di Lagon e la Stra di Pianèl da Gatic, che girano attorno all’area umida e ci conducono alla Casa del Parco.

Ci troviamo alle porte di Arona, lasciamo l’area verde e torniamo in area urbana, per proseguire in discesa attraverso l’abitato, raggiungendo per la prima volta in questa tappa, il lungolago.
Dalla cittadina ci dirigiamo in salita verso il Parco della Rocca Borromea. Attenzione però agli orari di apertura, consultabili e aggiornati sul sito del parco. (Nel caso in cui risultasse chiuso, occorre proseguire per un breve tratto, ma con grande cautela, lungo la SS33, verso sinistra).
Usciti dal parco, continuiamo a salire verso il Colosso di San Carlo Borromeo.

Teniamo il complesso sulla destra, attraversiamo un tratto boscato e raggiungiamo la strada asfaltata. Da qui a fine tappa dovremo procedere con attenzione, poiché l’unica via percorribile è lungo la Strada provinciale 124, senza marciapiede. Raggiungiamo così Meina, punto di arrivo di questa giornata.

Parco naturale dei Lagoni di Mercurago
Quest’area protetta, nata nel 1980 su iniziativa popolare, si estende per 473 ettari ed è caratterizzata dalla presenza, in un’area relativamente ristretta, di una grande varietà di ecosistemi: la torbiera, lo stagno, la palude, le aree coltivate, gli ampi pascoli e prati nei quali vengono allevati cavalli purosangue, e una fascia boscata. Tra le zone umide, il Lagone costituisce il cuore del parco. In questo territorio si trovano diverse testimonianze archeologiche che risalgono all’Età del Ferro e alla Cultura di Golasecca, ma anche al periodo romano. Inoltre, le tracce di alcune palafitte preistoriche sono riconosciute patrimonio dell’umanità Unesco.



Parco della Rocca Borromea
Assieme alla gemella rocca di Angera, questa coppia di costruzioni difensive costituiva in passato uno dei principali punti di controllo del lago. La fortezza di Arona è di origine longobarda e risale a prima dell’anno 1000. Passò tra proprietà vescovili e venne completamente distrutta una prima volta per mano della casata dei Della Torre, per tornare in mano ai Visconti nel 1227. Due secoli dopo, l'intero Comune di Arona, compresa la rocca, divenne feudo borromeo. Nel 1800 l'esercito napoleonico distrusse la rocca, occupata dagli austriaci, lasciando i resti che possiamo vedere oggi. L’altura sulla quale è posizionata costituisce una splendida terrazza panoramica sul lago.



Colosso di San Carlo Borromeo
Il Sancarlone, questo il nomignolo dato al colosso alto 35 metri, è una statua cava in rame battuto. Un sistema di scale molto ripide si arrampica all’interno della statua, permettendo al visitatore di salire fino alla sommità e osservare il panorama circostante attraverso alcuni fori.
L’opera è stata realizzata su progetto di Giovan Battista Crespi dagli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi e venne conclusa nel 1698. Quest’opera imponente è stata presa a riferimento per uno dei monumenti più conosciuti al mondo: la Statua della Libertà.
Il Sancarlone infatti ha mantenuto per quasi due secoli il primato di statua visitabile più grande del mondo, e il progettista della Statua della Libertà Frédéric-Auguste Bartholdi, soggiornò nella città di Arona proprio per studiare il colosso, come ricordato anche da una targa posta ai piedi del monumento americano.

Attualmente non ci sono strutture convenzionate o amiche.
ti consigliamo quindi di utilizzare i più svariati siti di prenotazione on-line per prenotare i tuoi pernottamenti.

Se volessi dormire in tenda, ti segnaliamo questi campeggi:
Campeggio Rose, Via E. Fermi, 3 Dormelletto (NO) - 0322 497979 - info@campingrose.it - www.campingrose.it

Sesto Calende:
stazione ferroviaria con collegamenti da/per Luino, Milano, Meina, Verbania, Domodossola
Autobus, linee N20 N23 con collegamenti da/per Ispra, Varese
In battello

Meina:
stazione ferroviaria con collegamenti da/per Sesto Calende, Milano, Stresa, Verbania, Domodossola
Autobus, linea S.A.F. con collegamenti da/per Intra, Stresa, Arona
In battello


trenord.it
trenitalia.com
Consorzio Trasporto Pubblico Insubria
Navigazione Lago Maggiore
SAF Trasporti

Le uscite di tracciaminima

Qui si trova il racconto di un’uscita - con interprete Lis - organizzata da Tracciaminima lungo questa tappa, con visita al parco dei Lagoni di Mercurago e al Sancarlone.

Ammappala #6